Alla scoperta della Lunigiana

PER INIZIARE UN PO' DI STORIA...

La Lunigiana è una zona che si sviluppa tra Toscana e Liguria, sui territori dell’antica Luni, colonia romana fondata nel 177 a.c.

Abitata fin dalla preistoria (ne sono testimoni le famose Statue Stele oggi in parte conservate nel museo strutturato all’interno del Castello del Piagnaro di Pontremoli), dopo la caduta dell’Impero Romano è stata contesa da Bizantini e Longobardi, successivamente occupata dai Franchi per poi diventare, intorno all’anno mille, proprietà dei Marchesi Obertenghi, antenati dei Malaspina.

Ed è proprio alla nobile famiglia dei Malaspina che si deve principalmente lo sviluppo dei borghi fortificati, dei numerosi Castelli e delle Rocche che ancora oggi si possono visitare anche se in parte ridotti, purtroppo, in rovina.

Le divisioni ereditarie portarono alla formazione di due grandi feudi, dello Spirito Secco e dello Spirito Fiorito, mentre rimase indipendente il libero comune di Pontremoli. Delle successive lotte tra i Vescovi/ Conti di Luni e i Malaspina, che terminarono nel 1306 con la Pace di Castelnuovo, fu testimone il sommo poeta Dante Alighieri, che citò più volte la Lunigiana nella Divina Commedia.

Al tramonto del potere dei Malaspina, furono le signorie di Firenze, Genova e Milano a contendersi questi territori fino a che, nel 1797, il dominio Napoleonico abolì i feudi per poi arrivare alla divisione amministrativa attuale con la nascita del Regno d’Italia.

La visita di queste terre è una validissima opzione per chi è alla ricerca di percorsi fuori dalle classiche rotte turistiche, dove si può affiancare la scoperta di interessanti borghi medievali e antichi castelli, alla bellezza della natura tra boschi infiniti e corsi d’acqua che creano angoli suggestivi.

E c’è anche il mare! 

 

PONTREMOLI, UN BUON PUNTO DI PARTENZA

Un buon punto di partenza potrebbe essere la città di Pontremoli, considerata infatti la porta della Lunigiana, il cui centro storico si sviluppa tra i corsi del fiume Magra e del Torrente Verde, e sede del famoso Premio Bancarella.
Una passeggiata tra le vie, passando dai ponti e dalle porte già presenti in epoca medievale, porterà alla scoperta di chiese ricche di interessanti opere d’arte e palazzi signorili, fino ad arrivare al Castello del Piagnaro che sovrasta il Borgo dall’alto di una collina e offre una vista meravigliosa sulla valle.

L’ufficio del turismo, dove si può ricevere una mappa della città e anche una, molto utile, dell’intera zona della Lunigiana, si trova in Piazza della Repubblica, accanto al “Caffè degli Svizzeri” dove è d’obbligo una sosta per assaggiare un “Amor”, tipico dolcetto che si usa accompagnare al caffè, ma perfetto per ogni occasione. E’ formato da cialde che racchiudono una golosissima crema, la cui ricetta rimane segretissima. Nella vicina Piazza del Duomo si trovano la Cattedrale di Santa Maria Assunta, dall’interno ricco di marmi preziosi, e la Torre del Cacciaguerra, il famoso Campanone, eretto nel 1300, e divenuto il simbolo della città.

Proseguendo per via Ricci Armani e poi per via Cavour si può arrivare fino alla Porta ed al Ponte del Casotto (o Ponte Stemma). Attraversata la Porta si accede al Parco della Torre per uno sguardo sui ponti in prossimità dell’incontro del fiume Magra con il torrente Verde. Ripercorrendo poi a ritroso per un breve tratto Via Cavour, e attraversando il ponte verso la Torre di Castelnuovo, si può proseguire per via Mazzini fino ad arrivare alla Chiesa di San Pietro (già nell’antichità punto di riferimento per i pellegrini della Via Francigena) e poi ritornare alla Torre per dirigersi verso il Castello passando davanti al Teatro della Rosa.

Dal centro del borgo sono due le vie che portano al Castello del Piagnaro: via Garibaldi, collegata al castello da un ascensore, e via del Piagnaro. Percorrendo via Garibaldi si arriva fino alla Porta (e Torre) Parma attraversata la quale sulla sinistra si trova l’accesso all’ascensore che sale fino al Castello. Oltre a passeggiare sulle mura che offrono una vista meravigliosa, è possibile anche visitare al suo interno il museo delle Statue Stele, affascinanti sculture antropomorfe arrivate fino a noi dalla preistoria. Si può avere un’idea della loro storia ancora avvolta nel mistero sul sito ufficiale: Statue Stele

Per tornare verso il centro di Pontremoli a questo punto conviene utilizzare via del Piagnaro in modo da passare davanti alla Chiesa di Sant’Ilario ed avere l’opportunità di passeggiare ancora tra caratteristiche abitazioni in pietra. Per finire si può godere di una bellissima vista delle case e del Castello dal Ponte della Cresa passando attraverso la bella Porta omonima.

Un po’ spostata dal centro, ai Chiosi, vale una visita Villa Dosi Delfini, meraviglioso gioiello barocco dagli incantevoli interni affrescati. Ci si arriva con una bella passeggiata nel verde ma prima di affrontarla conviene controllare giorni e orari di apertura della Villa nel sito ufficiale: Villa Dosi Delfini

MULAZZO E LA VIA "DANTIS"

Con circa 15 minuti di auto si può raggiungere Mulazzo, borgo eretto prima dell’anno mille su un colle che permetteva il controllo sulla valle sottostante e che agli inizi del 1200 divenne capitale del Casato ghibellino dello “Spino Secco”. L’ospite più famoso di Mulazzo fu Dante Alighieri che vi soggiornò, esule da Firenze, nel 1306 accolto dal Marchese Franceschino Malaspina che lo incaricò di negoziare la pace tra il suo Casato e i vescovi di Luni. Qui Dante fu quindi procuratore per la realizzazione della pace di Castelnuovo e scrisse buona parte della Divina Commedia dedicando alcuni versi alla famiglia che lo ospitava:

… e io vi giuro, s’io di sopra vada,
che vostra gente onrata non si sfregia
del pregio de la borsa e de la spada

(Purgatorio VIII-129)

 

e io vi giuro, possa io salire sulla cima della montagna (s’io di sopra vada), che la vostra nobile famiglia (vostra gente onrata) non ha perso (non si sfregia) l’ornamento (pregio) della liberalità (de la borsa) e del valore guerriero (de la spada).

Per la visita del Borgo si può semplicemente seguire la “Via Dantis” che si sviluppa lungo le strade del paese fino ad arrivare alla sommità dominata dalla Torre di Dante, e dalla statua in marmo del sommo poeta che si staglia sul meraviglioso paesaggio degli Appennini.

L’itinerario, che si snoda tra edifici in pietra e vicoli acciottolati, è contrassegnato da 9 altorilievi in marmo bianco di Carrara sui quali vengono rappresentati 8 Canti fondamentali che attraversano la Divina Commedia dalla “selva oscura” alla “Visio Dei”.

Altro punto d’interesse l’acquedotto Malaspiniano ancora conservato all’ingresso del borgo.

 

In corrispondenza a questa area, sulla sponda orientale del fiume Magra, si trovano altre interessanti zone da scoprire…

ALTRI BORGHI TUTTI DA SCOPRIRE

FILATTIERA

Partendo da Nord merita sicuramente una sosta la Pieve di Sorano, che sorge nella piana di Filattiera, in corrispondenza di un’antica area di culto come testimoniano i ritrovamenti di numerose statue stele.

Costruita con pietre del fiume Magra e malta, presenta un interno romanico poco illuminato ma molto suggestivo che rimanda ai tempi dei pellegrini di passaggio sulla Via Francigena. La pianta è a tre navate, divise da pilastri circolari dai capitelli monolitici appena abbozzati, intervallati sul lato sinistro da alcuni archi in muratura aggiunti nel 700. Il campanile infine è una torre quadrata che tradisce origini per scopi più difensivi che religiosi.

Per raggiungere il centro storico di Filattiera si deve salire per un breve tratto di strada sul colle dominato dal castello malaspiniano sorto a protezione della Via Francigena, della piana della Magra e del borgo, capitale del ramo dello Spino Fiorito dei Malaspina.
Passeggiando nelle strade del paese, che si sviluppano in tre vie principali detti borghi, uniti da piccoli passaggi detti sorchetti, ci si ritrova circondati da case in pietra dai bellissimi portali, pervasi dal fascino del medioevo, che regalano una dimensione come fuori dal tempo.

Si incontra così la Chiesa di San Giorgio, affiancata dalla torre difensiva trasformata successivamente in campanile, l’antico Ospitale di San Jacopo che offriva riparo ai pellegrini, una casa malaspiniana originariamente adibita a casa-bottega, ed infine la piazza sulla quale si affaccia, in parte, il parco del Castello racchiuso da alte mura.

FILETTO

Poco distante si può visitare Filetto, borgo fortificato dalla tipica forma quadrilatera mantenuta nei secoli.

Nella disposizione degli edifici si può ancora addirittura individuare il nucleo più antico nel quale quattro torri cilindriche angolari formavano il classico “castrum”, tipico accampamento militare romano/bizantino.

Filetto infatti nasce come parte del sistema difensivo “limes” che i Bizantini utilizzarono per contrastare le incursioni dei Longobardi nel VI e VII secolo.

Dal medioevo inizia poi l’ampliamento a residenza fortificata creando tutte le vie e i passaggi voltati percorribili ancora oggi, tra edifici costruiti in pietra addossati gli uni agli altri, tipici dei centri storici della Lunigiana.

Al borgo si accede da due porte monumentali cinquecentesche poste a Sud e a Nord della via principale denominata Borgo degli Ariberti, Marchesi di Cremona, che nella seconda parte del 1500 acquistarono il feudo dai Malaspina, costretti a venderlo per debiti contratti con l’imperatore.
Il palazzo nobiliare che i marchesi fecero edificare nel 1600 sorge ancora sulla piazza della Chiesa ed è collegato al borgo e alla Chiesa da due eleganti loggiati sospesi. Sulla piazza si affaccia inoltre il Convento dei Frati Ospedalieri che possiede un pregevole chiostro interno dove vengono ancora oggi coltivate piante officinali.

BAGNONE

In zona merita assolutamente una visita l’incantevole borgo di Bagnone, attraversato dal torrente omonimo che crea panorami suggestivi tra piccole cascate, boschi di pini e querce, e case in pietra costruite a picco sul suo corso.
La parte più antica del paese, che comprende il Castello e la Chiesa di San Nicola, si staglia su di uno sperone che domina dall’alto quello che un tempo era il borgo mercatale di Gutula al quale si unì già prima di diventare dominio malaspiniano dello Spino Fiorito. Divenne feudo indipendente a metà del 1300, occupato poi dai fiorentini fu annesso alla Repubblica di Firenze, al Granducato di Toscano e per un breve periodo anche al Ducato di Parma fino all’Unità d’Italia.

L’importanza che ebbe come piazza commerciale si può ancora immaginare percorrendo le sue eleganti strade porticate che, come raccontava il cronista quattrocentesco Giovanni Antonio da Faye, sono state per secoli animate da mercanti, artigiani e bottegai, macellai, sarti, calzolai ed anche giocatori d’azzardo ed usurai.

Partendo da Piazza Roma, dove si può anche ritirare un utile opuscolo esplicativo dal punto informazioni turistiche, si può seguire un itinerario paesaggistico che permette di scegliere tra un percorso breve che si snoda tra il borgo a valle, il torrente e una parte di boschi, oppure uno più lungo che ingloba anche la parte alta del borgo dove si trova il Castello.

Qualunque sia la scelta (considerando che al Castello si può arrivare anche comodamente con l’auto) non si deve rinunciare ad un passaggio sul Ponte Vecchio che regala un’incantevole vista sulle limpide acque del torrente e sugli edifici incastonati sulle rocce levigate dal suo corso.

Merita una passeggiata anche la parte di Bagnone oltre Via della Repubblica dove non mancano le caratteristiche case in sassi, interessanti portali, chiese ed un’elegante villa con parco del 1700.

MALGRATE E VILLAFRANCA IN LUNIGIANA

Tornando verso valle da Bagnone si incrocia la strada che porta a Malgrate.
Il piccolo borgo, al quale si accede da un’imponente porta di entrata, si è sviluppato all’interno delle mura trecentesche della rocca edificata dai Malaspina dello Spino Fiorito.
La classica struttura della rocca medievale con un mastio rettangolare e camminamenti di ronda sulle mura merlate, è stata nel tempo inglobata nella residenza signorile sviluppata nel 1600, ma il Castello, che ha subito diverse distruzioni e ricostruzioni, ad oggi mantiene l’aspetto di una fortezza.
L’unica via che si snoda attraverso il borgo parte dalla piccola piazza che si trova subito dopo la porta di entrata e sulla quale si affaccia l’ingresso del Castello, per compiere un giro circolare tra suggestive abitazioni in pietra, scorci sui boschi circostanti, archi e passaggi tra i vari edifici e la Chiesa di San Lorenzo che, nata come cappella, non sarebbe riconoscibile tra i palazzi circostanti se non fosse per una croce di legno appesa a fianco della porta che si apre su di una galleria.

Passando poi per Villafranca in Lunigiana basta una breve sosta per poter attraversare il ponte sul torrente Bagnone che offre un bellissimo colpo d’occhio sull’antico mulino quattrocentesco (ristrutturato, ospita il Museo Etnografico della Lunigiana), fino alla Chiesa di San Giovanni che segna l’inizio della Via Borgo, sostanzialmente l’unica via del paese sulla quale si affacciano le caratteristiche case in pietra dall’atmosfera medievale.

Via Borgo conduce ad una piazzetta dalla quale si possono ammirare un Campanile, unico superstite dell’antica chiesa di San Nicolò, e i resti del Castello di Malnido, distrutto dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, e che, posto su un rilievo roccioso, un tempo controllava il percorso principale della Via Francigena e si occupava della riscossione di tasse e pedaggi.

PODENZANA

Proseguendo verso Sud, per altre tappe in questa bellissima regione tutta da scoprire, vale la pena passare per Podenzana e godere di una meravigliosa vista sulla valle sottostante e sul Castello che si staglia imponente all’estremità di un colle, magari dalla terrazza di uno dei ristoranti della zona famosi per i caratteristici panigacci.

Di origini antichissime, i panigacci sono dei cerchi di pasta cotti in tradizionali testi di terracotta direttamente nel fuoco dei forni a legna.

Generalmente consumati con salumi e formaggi sono spesso offerti anche come primo piatto con un tris di assaggi formato da un panigaccio condito con pesto, uno con sugo rosso ai funghi e uno con olio e parmigiano.

Ottimi anche con la Nutella per terminare in dolcezza.

FIVIZZANO, VERRUCOLA ED EQUI TERME

Da Podenzana, attraversando la Valle del Magra e proseguendo nella direzione del Passo del Cerreto, si raggiunge Fivizzano, che insieme alla vicina Verrucola, ancora una volta regalano paesaggi e scorci incantevoli, passeggiate nella storia ed interessanti spunti e informazioni sulla Lunigiana.
Definita da Carducci “una perla sperduta tra i monti” Fivizzano si trova su una collina tra le vette delle Alpi Apuane e quelle dell’Appennino Tosco-Emiliano, delle quali si gode un’invidiabile vista dai due punti opposti delle Mura Medicee che abbracciano il borgo sul lato occidentale.

Nasce come stazione di sosta verso l’antico valico montano di collegamento fra Lucca e Parma, per diventare poi dominio del ramo dello Spino Fiorito dei Malaspina e passare successivamente a far parte della repubblica fiorentina dei Medici, fregiandosi dell’appellativo di “bel cantuccio di Firenze”.
Il centro storico si sviluppa attorno all’elegante Piazza Medicea, circondata da Palazzi nobiliari, e dove si trova una fontana barocca in marmo e pietra serena donata da Cosimo III dé Medici. Sulla stessa Piazza si affaccia la sede dell’ufficio del Turismo dove si può trovare una mappa dettagliata del borgo e della zona circostante (scaricabile anche al link del sito Visit Fivizzano).

Dopo uno sguardo alla vicina Chiesa dei Santi Jacopo e Antonio, lasciandosi la piazza alle spalle e percorrendo Via Labindo, si incontra il Museo della Stampa, sorto a memoria di Jacopo da Fivizzano che qui, a fine ‘400, stampò alcuni tra i primi volumi a caratteri mobili in Italia. Accanto si può trovare anche la sede dell’Accademia degli Imperfetti, istituzione nata nel 1500, che testimonia le attività culturali da sempre fondamenta della città e le origini in queste terre di diversi uomini di cultura tra giuristi, dottori, notai e letterati.

Alla fine della via si può uscire da Porta Modenese per percorrere sulla sinistra almeno una parte delle mura fatte costruire da Cosimo I dé Medici nel 1540 e dalle quali si può godere di un bellissimo punto panoramico, destinazione finale della via dell’Amore, così definita dagli abitanti di Fivizzano, che parte dalla parte opposta più in basso.

Rientrando dalle mura verso il centro si può passare quindi davanti alla Chiesetta dell’Apparizione per poi percorrere Via Umberto I dove si affaccia il Palazzo del Comune, da sempre edificio preposto all’amministrazione della giustizia come testimoniano gli stemmi collocati sulle sue mura, ed il Convento degli Agostiniani che ospita al suo interno la biblioteca civica impreziosita da antichi tomi, un ostello, ed il Museo dedicato al famoso metereologo Edmondo Baracca.

Proseguendo per la via si incontra l’oratorio di San Carlo Borromeo, o chiesetta delle Carceri, così chiamata perché, vicina alle prigioni, permetteva ai detenuti di seguire la messa. Poco oltre Porta Sarzanese, o Porta Fiorentina, attraversata la quale ci si ritrova in una piccola aera verde che offre un’ampia veduta che non ci si stancherebbe mai di ammirare.

In due minuti d’auto si raggiunge Verrucola, collina fortificata che domina la strada, sede del dominio dei Malaspina in questa parte della Lunigiana.

L’imponente Castello di origini medievali presenta un grande mastio affiancato da possenti torri aggiunte in un secondo momento, come la chiesa castrense inglobata nelle sue mura e caratterizzata da un loggiato ad archi in pietra serena. Ai suoi piedi si sono sviluppate le abitazioni in pietra raccolte sul passaggio ad anello percorribile all’interno delle mura a difesa del borgo.

Fa parte del comune di Fivizzano anche Equi Terme, famosa non solo per lo stabilimento termale ma anche per le Grotte naturali di origine carsica.
Il Borgo si trova a ridosso di una delle cime più maestose delle Alpi Apuane, il Pizzo d’Uccello, e deve il suo sviluppo alla presenza di sorgenti di acque termali utilizzate già ai tempi dei romani.

Il cuore di marmo delle Alpi origina, attraverso le acque piovane filtrate nel sottosuolo, acque curative che, arricchite dai sali minerali preziosi per la salute, sono ancora oggi utilizzate nel complesso termale che sorge vicino al corso del torrente Aulella.
Immerso in un contesto naturale suggestivo si ritrova anche un Geo-Archeo Parco che offre ai visitatori diverse attività tra le quali la visita guidata alle affascinanti Grotte modellate nell’arco di migliaia di anni dall’azione dell’acqua che ha creato gallerie, cunicoli, pozzi e laghi sotterranei. Il programma completo e aggiornato è disponibile sul sito Grotte di Equi

Oltre al GeoParco l’area intorno ad Equi Terme si presta anche a bei percorsi escursionistici individuali. Immersi nella natura si può andare alla scoperta delle caratteristiche storiche e naturali della zona passando per boschi silenziosi e affiancando sorgenti carsiche e termo-minerali. Qualche spunto per i percorsi si trova sul sito Visit Lunigina

FOSDINOVO

Un bel modo per arrivare sulla costa è programmando una tappa a Fosdinovo, che offre una vista impagabile sulla foce del Magra e sul golfo di La Spezia, e che spazia da Sud dalle isole del Tirreno settentrionale (Gorgona, Capraia ma anche Corsica ed Elba), ad Ovest fino alle montagne che si gettano nel mare delle Cinque Terre e a Portovenere.

“Faucenova” cioè foce nuova come riferimento ad una nuova via creatasi dal mare verso l’interno, fu a lungo contesa tra i Vescovi di Luni e i Malaspina fino a diventare dal 1340 proprietà di quest’ultimi.

Il Castello che si trova nella parte più alta del borgo appartiene ancora ai discendenti dei Malaspina ed è una delle fortezze meglio conservate della Lunigiana. Una leggenda vuole che al suo interno dimori ancora il fantasma della giovane nobile Bianca Maria Aloisia che vi fu murata viva dal padre perché colpevole di essersi innamorata di un semplice stalliere.

Il Borgo che si sviluppa sotto il Castello è percorso nella sua lunghezza da una via principale lastricata che ricalca l’antico ramo della Via Francigena e sulla quale si affacciano case in pietra molto ben conservate.

Percorrendo Via Roma dalla parte bassa dove si trova l’affaccio sul mare all’orizzonte, si incontrano, in ordine:

l’Oratorio della Compagnia dei Bianchi con la bellissima facciata marmorea e lo stemma malaspiniano e dall’interno barocco con altari in marmo policromo contro le pareti laterali;

la Chiesa Parrocchiale di San Remigio del 1200, che ha subito diversi rifacimenti fino all’aspetto attuale di tempio barocco, che ospita il sarcofago trecentesco di marmo di Galeotto I Malaspina, secondo marchese di Fosdinovo;

l’Oratorio dei Rossi collegato anche internamente alla Chiesa di San Remigio;

ed infine il Teatro appena prima dell’ingresso del Castello.

PER APPROFONDIRE

Per approfondire l’argomento Terre di Lunigiana è un ottimo portale dove trovare tutti i dettagli aggiornati sulle visite ai vari castelli e ottimi spunti per scoprire luoghi naturali, storici ed artistici di notevole bellezza.